Lo sport è morto. Lo sport è vivo.

Il 2020 è stato un anno complicatissimo per lo sport. Sia a livello nazionale, che a livello locale. Sia a livello agonistico, sia e soprattutto a livello amatoriale. Nelle difficoltà però, come si è reinventato lo sport riminese? E come continua a farlo?

 

L’ultimo anno trascorso non poteva essere – e non lo è stato – l’anno dello sport. Non poteva esserlo a livello mondiale, a livello nazionale, ma neanche a livello locale: troppo pesanti le chiusure prolungate di circoli, palestre e piscine, troppi e troppo stringenti i divieti riguardanti gli sport di contatto. Purtroppo è necessario fare i conti con la realtà: è da ormai 12 mesi che praticare il proprio sport preferito non è più un qualcosa di scontato. Quantomeno (e principalmente) a livello amatoriale e dilettantistico. 

Lo sport, chi lo pratica e chi lo fa praticare, si sono trovati di fronte alla sfida più dura: sapersi reinventare in una situazione di totale emergenza. Società, associazioni, dirigenti, atleti, tutti hanno dovuto stravolgere le loro abitudini per trovare una soluzione e provare a continuare a fare ciò che tanto amano. 

 

 

Prima di andare avanti però, una indispensabile premessa: non tutti hanno potuto. Non tutti hanno avuto la possibilità di lottare, provare a reinventarsi e portare avanti le proprie attività. Gli stop riguardanti gli sport di contatto come calcio (no, non fatevi ingannare dalla Serie A), rugby, basket eccetera eccetera, sono stati continuativi, netti e spesso senza diritto di replica. E lì purtroppo, c’era poco da fare.

Finita questa doverosa premessa, l’articolo ora vuole concentrarsi sulle nuove tendenze che questa pandemia globale ha messo in evidenza in ambito sportivo e che nella nostra città si sono potute esprimere nel loro massimo splendore. Un po’ per la morfologia del territorio riminese (lungomare, mare, distese di sabbia, parchi, piste ciclabili: what else?), un po’ per la visione e l’intraprendenza insita nella stragrande maggioranza di chi è nato e cresciuto a Rimini. 

Ed ecco allora che in questo particolare periodo storico abbiamo assistito all’esplosione delle attività “open air”, visto fioccare le iniziative che offrono la possibilità di allenarsi all’aperto e la conseguente diffusione di sport senza contatto come il padel. 

 

Vista l’impossibilità di realizzare sessioni di allenamento in palestra, infatti, sono stati infatti tantissimi gli istruttori ed i personal trainer che hanno dato la possibilità ai loro iscritti di allenarsi all’aria aperta, nel rispetto delle regole e del distanziamento sociale. Marco Ronci, socio e personal trainer di Freelife Personal Trainer Rimini centro di allenamento e potenziamento sportivo, ci racconta di come la loro attività è stata giocoforza costretta a trasferirsi nei luoghi pubblici all’aperto: “Oggi attraversiamo un momento di grande riflessione a causa del blocco dell’attività sportiva indoor e come tanti ci siamo dovuti riadattare portando persone di qualsiasi età ad allenarsi all’aria aperta. Ci siamo accorti per fortuna – continua Marco – di quanto l’allenamento in luoghi all’aria aperta venisse pian piano sempre più apprezzato e ricercato. In questi mesi, finché ci è stato permesso, abbiamo spostato la nostra attività in spiaggia e vedendo la reazione del nostro pubblico ci si è accesa una lampadina: perché non trasferire anche in futuro e per almeno 9 mesi all’anno la nostra attività al mare? Siamo a Rimini, patria del turismo, quale posto migliore della spiaggia per trasferire i nostri insegnamenti e svolgere i nostri allenamenti?”. 

Oltra all’esperienza dei personal trainer, un’altra realtà che ha saputo raccontarsi e mettersi in gioco come meglio non avrebbe potuto fare è stata FLUXO, un innovativo concetto di allenamento all’aperto guidato da istruttori specializzati capaci di accompagnarti alla scoperta del corpo e delle sue possibilità di movimento. E’ lo stesso Andrea Lombardi, ideatore del progetto, che non ha problemi a svelarci il sogno di FLUXO, ovverosia rendere Rimini la città con la maggior percentuale di persone nel mondo che si allenano all’aperto. Nel mondo sì, perché in Italia è già davanti a tutti: “Da sempre – ci racconta Andrea – crediamo che l’attività motoria all’aperto sia una grandissima risorsa. Una grande risorsa estendibile a tutto l’arco dell’anno e non solo ai tre mesi d’estate. Sarebbe bellissimo che Rimini diventasse la città con la maggior percentuale di popolazione che si allena all’aperto di tutto il mondo. Chiaramente, per fare questo e realizzare il nostro sogno, avremo bisogno dell’aiuto e della partecipazione di altre realtà ed organizzazioni che trattano e che vogliono bene allo sport quanto noi.” 

 

Parlando invece di sport di squadra ma senza contatto letteralmente esplosi nell’ultimo anno, a Rimini abbiamo potuto assistere al boom del Padel, gioco nato negli anni ’70 in Messico, ma solo 4-5 anni fa sbarcato in Italia. A vedere quante persone si sono appassionate a questo sport negli ultimi mesi a Rimini, è lecito pensare che il Padel possa essere veramente lo sport del terzo millennio. Nella nostra città, i campi outdoor del Sun Padel all’altezza del bagnino 26, sono stati letteralmente presi d’assalto da ragazzi, ragazze, bambini, professionisti, agonisti e principianti di tutte le età. Per rendere l’idea: verso fine settembre 2020, per trovare un campo libero al Sun Padel, dovevi muoverti con una o due settimane di anticipo.

Questi tre sono solamente alcuni dei casi virtuosi a cui fortunatamente abbiamo potuto assistere. Non dimentichiamoci però, che nel preciso momento in cui state leggendo questo articolo il Sun Padel ha praticamente sospeso la propria attività, così come FLUXO e come i molti personal trainer presenti nella nostra città: il nuovo DPCM Draghi parla chiaro e permette l’allenamento esclusivamente all’aria aperta ed in forma individuale (a meno che tu non sia tesserato ad una Federazione Sportiva). Risulterà un po’ scontato scriverlo, ma non possiamo esimerci dal farlo: nella Rimini che sarà la speranza è che si potranno praticare i nostri sport preferiti senza limitazioni e in totale tranquillità, ma anzi, che addirittura ci saranno ancora più strutture e possibilità per praticarli. Continuando – “amaracmand”! – ad avere un occhio di riguardo per l’attività sportiva all’aria aperta.